The Exorcism of Emily Rose

(Usa, 2005) di Scott Derrickson, con Laura Linney, Tom Wilkinson.

Un sacerdote viene accusato dell’omicidio di una ragazza, morta durante un esorcismo. Tratto da una storia vera.

La storia vera di una studentessa posseduta dal diavolo. Piccola premessa: i film a tematica demoniaca non sono mai innocui. Anzi. E non tanto perché possono urtare la sensibilità delle anime più candide (ma quale anima candida si andrebbe a vedere un film come L’esorcista?) e nemmeno per l’efferatezza di alcune scene che potrebbero anche essere necessarie al “genere” di riferimento, ma perché vi sono horror che possono offendere e irritare il credente che spesso si trova di fronte a una caricatura del diavolo più che una rappresentazione del principe delle tenebre. Caricatura, un piccolo surrogato del male, più simile a un supereroe cattivo che non al terribile angelo caduto dal Cielo. E quindi – è vero – possono offendere film superficiali come Lost Souls oppure il recente L’esorcista – La genesi, che cercano inutilmente di sfruttare quell’enorme successo commerciale che era stato L’esorcista di William Friedkin. The Exorcism of Emily Rose è, in questo senso, una inquietante sorpresa. Per tanti aspetti: perché il film è tratto da una storia vera, ampiamente documentata. Perché il prete protagonista, per una volta tanto, compie fino in fondo il proprio dovere, letteralmente sacrificandosi per l’altro, e perché il diavolo ne esce per quello che è. Non come semplicemente un mostro, ma come l’Anticristo che si manifesta alle 3 del mattino per disprezzo nei confronti della Trinità e dell’ora della morte di Cristo. Praticamente mai raffigurato durante il film (come del resto l’altra presenza metafisica che si manifesta alla fine della vicenda), il diavolo si impossessa misteriosamente di una ragazza semplice e dalla fede (cattolica) robusta. Il suo obiettivo è quello di distruggerla completamente. Nel corpo e nello spirito. Di confondere e gettare nella più cupa disperazione la vittima e chi la circonda. Di combattere Cristo e la Chiesa su questa terra graffiando e sputando e bestemmiando i Suoi ministri. Ma quel che più colpisce in questo film strano che inserisce crudezze tipiche dell’horror tradizionale in un discorso di natura teologica, è che tutta questa misteriosa vicenda è rievocata durante un processo in cui si vorrebbe accusare il sacerdote di omicidio colposo per la morte della ragazza avvenuta durante un esorcismo. Un legal horror, in cui da una parte è difesa da un’avvocatessa agnostica la categoria della possibilità, dall’altra, un grande accusatore di fede cristiana (metodista), insiste con ottusità nello spiegare razionalmente tutti gli strani eventi che accompagnarono le ultime ore di vita di Emily Rose (il fatto di conoscere diverse lingue tra cui l’aramaico; la presenza delle stimmate che non si cicatrizzano, etc). Insomma, Fede ragionevole, come apertura alla possibilità dell’intervento di Dio nel reale contro la Ragione miope scientista, nel senso deteriore del termine. E la mano di Dio che, misteriosamente, rende strumento di salvezza tutto. Persino Lucifero.

Proiezioni:

  • (Cineforum 2005/2006)