Cinderella Man

(Usa, 2005) di Ron Howard, con Russell Crowe, Renée Zellweger

La storia vera del pugile James Braddock che durante la Grande Depressione tornò a combattere per sfamare la propria famiglia.

La vera storia del pugile Jim Braddock che fece a pugni e vinse per dar da mangiare alla propria famiglia. Filmone classico, solido, con un grande cast e una storia edificante ricca di spunti d’attualità. Ron Howard continua il suo percorso di rivisitazione del cinema classico attraverso i generi (la fantascienza di Apollo 13; il dramma psicologico di A Beautiful Mind), con la vera storia del pugile Jim Braddock che finì sul lastrico a causa della Grande Depressione e tornò a combattere per dare di che mangiare alla moglie e ai tre figli. Storia commovente ma mai affrontata in maniera lacrimevole e spettacolarizzante: è questo il più alto pregio di un film che, complice anche un’attenta regia e una sceneggiatura che non urla, non cade mai nel lacrimevole o nella facile retorica del povero in cerca di riscatto. Cinderella Man è un film di speranza, che tiene bene i piedi per terra: non ci vengono nascoste le privazioni e le sofferenze di un’intera nazione in uno dei suoi momenti più bui, ma non ci viene mai nascosto nemmeno il senso della Storia. Anzi si può dire che il film di Howard (decisamente il suo capolavoro, molto di più del più convenzionale A Beautiful Mind) celebra il senso di una vita messa a dura, durissima prova. Si lotta per qualcuno e non contro: per costruire e non per distruggere. Ed è una lotta che comporta dolore, ferite e sangue. Ma ne vale la pena. Vale la pena, per i volti di quei tre figli e di quella moglie che non ti abbandonano mai. Nella buona e nella cattiva sorte. Si combatte per dei volti, più che per un’ideale per quanto buono esso sia. Si combatte per una casa, che nei momenti di pericolo, non diventa l’oasi felice in cui rifugiarsi in cui nascondersi, ma la piattaforma di lancio per una testimonianza, se non un martirio, di fronte al mondo. E così, in tempi particolarmente cupi (la Depressione che sempre più fa capolino nel cinema recente americano non è slegata dalla crisi dell’America che combatte e perde i figli in guerra), Cinderella Man è un segno autentico di speranza.

Proiezioni:

  • (Cineforum 2005/2006)